Dal 2021 le attività laboratoriali sono sostenute con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Grazie a questo contributo è possibile svolgere con continuità un percorso indispensabile per il reinserimento dei detenuti, senza il quale non sarebbe possibile lo svolgimento delle attività.
Frentania Teatri dal 2017 collabora con la Casa Circondariale di Larino e con l’IPSEOA “Federico di Svevia” di Termoli, per la realizzazione del laboratorio teatrale rivolto ai detenuti a regime di alta sicurezza, reclusi presso il carcere di Larino. Negli anni passati sono stati realizzati gli spettacoli “La gatta Cenerentola” e “Pinocchio Scugnizzo”. Dopo la pausa forzata dovuta alle restrizioni anti covid19, finalmente quest’anno è possibile riprendere il lavoro bruscamente interrotto a fine 2019.
Il Teatro è cultura e apertura mentale. Fare Teatro all’interno di un istituto di pena permette al detenuto di sfogare le proprie frustrazioni e conoscere le proprie potenzialità. Una persona aperta agli altri è pronta a sopportare il confronto con la società, grazie al lavoro su sé stesso del laboratorio, alla fine della pena rende gli ex detenuti cittadini pronti al reinserimento sociale.
Il contesto di riferimento del progetto è quello della Casa Circondariale di Larino (CB) e, nello specifico, il lavoro volge al recupero e coinvolgimento di detenuti a regime di Alta Sicurezza, che a Larino consta di circa 50 detenuti e con un’età media di 30/35 anni. Un lavoro necessario per cercare di tirar fuori dall’isolamento mentale questi ragazzi che tendono a chiudersi in loro stessi e reprimere i propri sentimenti.
Avvicinarsi al teatro è risultata una terapia vincente in questi anni. Detenuti chiusi e schivi si sono aperti e messi in gioco e hanno dimostrato di riuscire a tirar fuori anche le proprie paure e i propri timori verso il mondo esterno e verso il loro futuro fuori dalle mura carcerarie. La necessità di non abbandonare questi ragazzi, dove la maggior parte hanno ancora molti anni da scontare, è un obiettivo che ci siamo posti e che stiamo cercando con tutte le forze di mantenere la promessa fatta ad ognuno di loro: non abbandonarli in questo cammino difficile ma necessario per poter iniziare una nuova vita. Nel 2021 grazie al finanziamento della chiesa Valdese abbiamo potuto riprendere l’attività interrotta dalla pandemia e continuare senza un ulteriore interruzione il percorso è il nostro obiettivo principale.
Dal 2017 Frentania Teatri APS svolge un lavoro educativo con i detenuti a regime di Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Larino. I risultati raggiunti in questi anni sono stati entusiasmanti sia per il coinvolgimento dei detenuti sia per la risposta del pubblico esterno agli eventi conclusivi del laboratorio teatrale. Un importante riconoscimento del nostro lavoro ci è stato riconosciuto dal Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria per il Lazio, Abruzzo e Molise che ha voluto incontrarci per conoscere la nostra realtà e coinvolgerci nel protocollo d’intesa con tutte le Associazioni che si occupano di Teatro in Carcere in Lazio, Abruzzo e Molise.
“Teatro in Carcere” è un intervento trattamentale finalizzato al reinserimento sociale della popolazione in esecuzione di pena, un’iniziativa volta a favorire la promozione umana e culturale dei soggetti reclusi;
Costituisce un aspetto fondamentali e non rinunciabile nel programma di trattamento e di reinserimento sociale dei detenuti, quegli elementi in grado di supportare il percorso di crescita personale e culturale finalizzato alla piena realizzazione di sé nei diversi ambiti di vita (famiglia, lavoro, contesto sociale);
Il teatro in carcere è coinvolgimento, per tutti gli “attori” che abitano e condividono il mondo ristretto, ognuno secondo il suo ruolo. La storia narrativa cresce dentro la vita che scorre dietro le sbarre.
Come tutte le arti, anche il Teatro è veicolo di integrazione sia dentro che fuori dal carcere.
La metodologia teatrale non è solo strumento pedagogico ma anche terapeutico, una forma di presa di coscienza. In carcere spazio e tempo non esistono più: esiste il non tempo e il non spazio da riempiere, da trasformare in vita e partecipazione per combattere l’isolamento e la depressione.
Tutti i partecipanti hanno condiviso l’idea che il momento cruciale di apprendimento per i detenuti è il processo, l’avvicinamento alla rappresentazione teatrale. Il tema del ‘trattamento’ in ambito educativo è definito come prendersi cura di, è stato raccontato come momento di esperienza culturale e umana, poiché è un processo che porta ad aprirsi per far entrare dentro il carcere i cittadini e far sentire il detenuto come parte integrante della collettività.
Con queste premesse ci sentiamo di dire che il teatro può diventare strumento di orientamento, in vista del ‘reinserimento’ dopo la fine della pena.
Il laboratorio teatrale della durata di 9 mesi parte indicativamente nel mese di ottobre e termina nel mese di luglio con due incontri settimanali.
I corsi sono tenuti da un regista e una coreografa, con la possibilità di workshop tenuti da altri professionisti nel corso dei mesi. Soggetto coinvolto è naturalmente la Casa Circondariale di Larino che mette a disposizione gli spazi della sede carceraria.
Una persona aperta agli altri è pronta a sopportare il confronto con la società, grazie al lavoro su sé stesso del laboratorio, alla fine della pena l’obiettivo è di rendere gli ex detenuti cittadini pronti al reinserimento sociale.
I risultati raggiunti in questi anni sono stati entusiasmanti sia per il coinvolgimento dei detenuti sia per la risposta del pubblico esterno agli eventi conclusivi del laboratorio teatrale.
Giandomenico Sale
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